lunedì 19 ottobre 2009

TEA è innocente.


POST AGGIORNATO DOPO LA PUBBLICAZIONE INIZIALE (grazie a Turz, a WeWee di Medbunker, al dr. Andrea Fratter e soprattutto a Prisca per aver sollevato la questione e per le critiche intelligenti e costruttive).
Premetto che capisco di chimica quanto Totti di grammatica, ma un commento comparso su questo blog mi ha fatto sentire in dovere di indagare sulla seguente questione:
Le creme emulsionate con il Tea Stearate, cioè il composto chimico formato da acido stearico e trietanolammina, che in sostanza ha la funzione di tenere insieme al parte acquosa e la parte grassa della crema, sono da evitare?
Risalendo, via Google, alla fonte di questa notizia, ho visto che proviene da vari forum di cosmesi naturale. E questo già mi ha messo qualche sospetto, visto che non ho fiducia nel "naturale", categoria che comprende la cicuta, i sigari Avana, vizio e veleno di cui non riesco a liberarmi, ed esclude i farmaci. Inoltre, questi forum sono o anonimi (gestiti da una persona nota solo con uno pseudonimo, le cui qualifiche sono alquanto misteriose) o strettamente collegati ad aziende che vendono cosmetici naturali e, quindi, hanno tutto l'interesse a spingere i propri prodotti. Ho provato a chiedere lumi in uno di questi forum, ma ho avuto risposte abbastanza confuse e contaddittorie.
In sostanza le accuse mosse a queste creme sono due:
1) la trietanolammina potrebbe avere effetti cancerogeni.
2) sarebbero basiche e quindi nocive al Ph della pelle, che è lievemente acido
Ho chiesto lumi a due dermatologi, che mi hanno detto di non aver mai sentito parlare del problema e al medico che, con lo pseudonimo di WeWee, gestisce il blog Medbunker, dedicato a smascherare le bufale riguardo alla salute. Malgrado di solito si occupi di faccende più serie, tipo il cancro, è stato così gentile da inviarmi questa risposta, che smonta completamente l'obiezione 1).
Scrive WeWee (che nell'email si è firmato con nome e cognome ma mi ha pregato di non pubblicarlo, perché è stato minacciato di morte dai seguaci di chi truffa i malati di cancro con terapie "alternative"):
"La trietanolammina è una sostanza chimica che è permessa ed approvata dalla FDA (conosci? Food and Drug Administration, l'ente che controlla ed approva farmaci e sostanze negli Stati Uniti) per l'uso comune (in particolare lavaggio di frutta e vegetali e miglioramento delle operazioni di "sbucciatura") ed è permessa e considerata sicura per l'alimentazione. Ambedue i componenti del TEA stearare sono considerati SICURI dalla FDA (leggi qui per informazioni complete, in inglese: http://www.cosmeticsinfo.org/ingredient_more_details.php?ingredient_id=284).
Il TEA stearate, è stato considerato SICURO dalla commissione di esperti CIR (Cosmetic Ingredient Revue). La trietanolammina nei cosmetici è utilizzata come equilibratore del pH ed emulsionante
La trietanolammina NON è cancerogena. Può diventarlo SOLO se mischiata a sostanze che formano con lei le NITROSAMMINE che sono invece cancerogene. Non è chiaro se queste possano attraversare la cute ed inoltre, alle concentrazioni presenti nei cosmetici di trietanolammina la formazione di nitrosammine è molto complicata e non frequente. Ma ammesso e non concesso che questa avvenga, per calmare gli allarmi, basti sapere che le nitrosammine sono gli stessi identici composti cancerogeni che tutti noi assumiamo quando consumiamo carni rosse o salumi ed insaccati. Sono gli additivi utilizzati per rendere le carni di colore rosso vivo e per non farle decomporre velocemente (basta leggere gli ingredienti di un comune salume). In questo caso però, chissà perchè, nessuno fa battaglie o boicottaggi...
Insomma, dalla risposta di WeWee, sembra che si tratti di una bufala (nella foto ne vedete una intenta a farsi bella in modo naturale). ed in ogni caso, se proprio una è super salutista, prima di abbandonare le creme con il Tea Stearate, fa bene a smettere di mangiare carni rosse, e quei salumi e formaggi che contengono nitriti, spesso etichettati come "conservante E249/E250". Le nitrosammine si formano perché le proteine della carne e del formaggio sono formate da amminoacidi, che sono ammine.
Nitrito + ammina = nitrosammina cancerogena.
Sul punto 1) ho avuto una risposta esaustiva dal dr. Andrea Fratter, ricercatore, tecnologo farmaceutico e dermo-cosmetico. Docente presso il master di secondo livello in medicina estetica, università di Pavia e Padova:
"Le emulsioni agli stearati, così
dette, sono realizzate grazie all’acido stearico, grasso saturo
fisiologico e presente anche nel sebo umano e da amine o alcali
necessari a ionizzare l’acido stearico facendogli così acquisire
la capacità di emulsionare dei grassi nell’acqua. L’acido
stearico di per sé è una sostanza non solo non dannosa alla cute,
ma semmai fisiologica e surgrassante (porta lipidi alla cute) mentre
la TEA o altre amine che si usano per fare le creme agli stearati
sono sostanze quasi fisiologiche o al massimo leggermente
alcalinizzanti. Vista la quantità che se ne applica con una modica
quantità di crema che si stende sul viso, non vi è la benché
minima possibilità che queste sostanze alterino profondamente il pH
della cute
che, tra l’altro, può essere tamponato dai componenti
fisiologici della cute stessa come l’acido lattico e altre sostanze
dell’NMF in un tempo rapido.

Il film idro-lipidico non subisce
alterazioni da creme come queste, ma semmai quando si deterge la cute
con tensioattivi molto sgrassanti come il SLS usato quotidianamente.
In merito all’azione dello stearato di TEA come un sapone,
l’affermazione è di per sé corretta, fatta salva una
considerazione: il TEA STEARATO è un sapone se lo si fa agire come
tale. In altre parole se applichi questa sostanza sulla cute e poi
con l’acqua fai in modo che si formi schiuma, allora si che la
pelle viene in parte alterata, perché la schiuma asporta in parte i
lipidi di barriera, ma se la stessa sostanza la lasci sulla cute
sotto forma di emulsione, non vi è alcun fenomeno di sgrassaggio, ma
anzi di apporto di grasso alla cute.
Direi insomma che non si corre davvero
alcun rischio in merito all’impiego anche quotidiano di queste
sostanze. Altra cosa è parlare invece di vetustà dell’uso degli
stearati per fare creme: oggi abbiamo materie prime molto più
performanti, gradevoli e fisiologiche."

In conclusione, le creme emulsionate con il Tea Stearate, non fanno assolutamente male, ma non sono neppure il massimo della tecnologia cosmetica.
E allora, perché le aziende le usano?
"Noi di Lush" spiega Elena Strano, ufficio stampa di Lush Italia "a causa della nostra politica antivivisezione, testiamo i nostri cosmetici sugli inglesi e quindi, quando dobbbiamo usare degli ingredienti sintetici, tendiamo a preferire quelli utilizzati da moltissimo tempo e che non hanno mai creato problemi".
Ciascuno, ovviamente, può decidere se preferisce gli ultimi ritrovati della ricerca cosmetica, gli ingredienti naturali o, come me, qualunque cosa, purché funzioni e abbia un buon profumo. Ma ha il diritto di farlo sulla base di informazioni vere, garantite da persone qualificate e non di affermazioni fatte da gente di cui non si sa nulla, tranne un nick.

domenica 27 settembre 2009

Consigli per gli acquisti (o per inziare a scoprire i profumi più affascinanti)

Questo è l'elenco delle fragranze femminili o unisex che, secondo me, sono "da reato",con le relative indicazioni su l tipo di donna a cui possono piacere e su dove trovarle:


Manoumalia (*****) è molto femminile, ma adatto a donne avventurose, curiose, coraggiose e un po' aggressive. In Italia è distribuito da Calé, via Santa Maria alla Porta, 5 a Milano. Servizio clienti: N° verde 800.301006, info@cale.it.
Mitsouko di Guerlain è più dolce, ma sempre adatto allo stesso tipo di donna ed è diffusissimo nelle profumerie e nei grandi magazzini.







Feminité du Bois, più discreto, è per donne intellettuali, coltissime, sagge, profonde ed eleganti. è distribuito da Serge Lutens/Shiseido, per cui si trova in tutte le profumerie e nei grandi magazzini come la Rinascente.









Blue Amber (*****) di Montale è un sensualissimo orientale, molto caldo e avvolgente, adatto a seduttrici sfrenate. Montale, in Italia è distribuito da Profumo, via Brera, 6 a MIlano, tel. 02876706 nicasrl@libero.it








Bulgari pour Femme (*****) è un femminile fiorito, molto riconoscibile ed elegante, adatto alle signore più raffinate. Nella versione originale predomina la violetta, ma ci sono anche le varianti Rose Essentielle e Voile de Jasmine, in cui si sentono di più rispettivamente la rosa e il gelsomino. C'è praticamente in tutte le profumerie e grandi magazzini.












Le donne molto originali, bohemienne e indipendenti, spesso si sentono rappresentate da Jasmine et Cigarette (*****)di L'Etat Libre D'Orange (distribuito da Profumo, come Blue Amber)








Per chi vuole avere un odore fresco e pulito, io consiglio Cologne(*****) di Thierry Mugler, impeccabile e discreto, con una piccolissima punta di originalità sensuale, di cui parlerò in un prossimo post. Largamente reperibile nelle profumerie e grandi magazzini.







Ci sono poi profumi a cui darei tre o quattro asterischi, o che non sono classificato come femminili,  ma che possono piacere moltissimo a chi ha un preciso tipo di gusti olfattivi:


Le donne di temperamento mistico o attratte dal paranormale, di solito apprezzano i profumi a base d'incenso. A me, oltre a Breath Of God, di BNTBTBB introvabile in Italia, piacciono molto il secco Bois d'Encens (***), di Giorgio Armani Privé (Giorgio Armani Beauty tel. 02 97066111) e Preludio d'Oriente (***), di Calé.


Alcune impazziscono per l'odore del cuoio, di solito sono quelle che collezionano borsette o amano i cavalli: per loro, l'unico femminile, ufficialmente classificato come tale, è Bandit (****) di Piguet, che si trova in quasi tutte le profumerie di nicchia. Un unisex cuoiato molto buono è poi Royal Delight (***) di Creed, marchio distribuito da Calé. Per chi vuole osare, Lonestar Memories (*****) di Andy Tauer,distribuito da Profumo, è ufficialmente un maschile, ma le sue note di cuoio e spezie stanno benissimo anche su una donna, se si sente un po' Calamity Jane.

In fine, ci sono persone che amano i profumi semplici, che catturano l'odore di un solo fiore. I miei preferiti sono quelli della Farmacia di Santa Maria Novella, tel. 055 216276.

venerdì 25 settembre 2009

Cosa mi sono persa

Volevo andare a Pitti Fragranze, ma un attacco allergico senza pietà me l'ha impedito. MALEDETTA AMBROSIA!!! ERBACCIA CHE SERVE SOLO A FARMI STARE MALE!!!
In questo splendido video di Alessandro Calderoni, qualcosa di quello che mi sono persa:

Per fortuna, Bergamotto e Benzoino sta pubblicando una serie di articoli molto interessanti sull'evento, così recupero un po'.

lunedì 14 settembre 2009

La nascita di un profumo divino

Negli esseri umani, l'esito dell'accoppiamento tra un uomo orrendo e una donna appena appena decente è normalmente quello che vedete nella foto a destra.
Ma l'unione di due profumi ha prodotto l'incredibile: il frutto della miscela tra le note del maschile Exale (0), il cui nome suggerisce giustamente di espirare, per evitare di sentire il fetore di stalla, con quelle del banalissimo femminile Inhale (*) è Breath of God (*****), un aroma divino di agrumi, cuoio, legno di cedro, fiori, frutti e incenso di templi orientali.
Sembra incredibile che questa meraviglia nasca dalla sovrapposizione degli altri due, è come se il ragionier Fantozzi e la signora Pina, invece che Mariangela, avessero partorito Indiana Jones (a sinistra), in tutto il suo splendore, cultura e voglia d'avventura.
Miracoli di questo tipo, nel mondo degli odori, sono abbastanza frequenti. Per esempio lo zibetto, estratto dalle ghiandole anali di un animale simile a un felino, che vive in Africa e in Asia, da solo, puzza come un distillato di lettiera di gatto. Insieme ad altre essenze, dà vita a profumi meravigliosi come Chanel n°5 (****). In realtà, oggi, la maggioranza delle industrie di aromi utilizza una perfetta riproduzione sintetica, preservando i poveri zibetti dalla crudeltà umana.
Il creatore di Breath of God, Simon Constantine, che ho avuto il piacere di incontrare durante la scorribanda londinese, spiega l'origine del nome del suo capolavoro: "ho scoperto che l'incenso contiene alcuni ferormoni presenti anche nell'alito umano. Quando viene bruciato è come se il respiro di Dio aleggiasse sui fedeli".
Simon, insieme suo padre Mark, il fondatore di Lush, ha creato la linea cosmetica B Never Too Busy To Be Beautiful, a cui appartengono Breath of God, il femminile Cocktail (**), dall'aroma morbido di vecchi rossetti, lo stravagante Ladyboy, un mix di alghe, banana e violetta (**) e altre interessanti combinazioni olfattive.
Forse perché trasuda amore per gli animali, Breath of God è molto apprezzato anche dalla mia gatta Minerva, vche mi fa le fusa quando lo indosso. Per motivi etici, i Constantine, infatti, usano solo ingredienti vegetariani, forniti da aziende che non fanno test sugli animali e, se possono, comprano da produttori equosolidali. Questo procura molti clienti tra i vegetariani ei vegani, ma limita parecchio le possibilità di scelta: niente essenze naturali dal potente richiamo sessuale come lo zibetto, il castoreum, che è un mix di secrezioni e urina con cui i castori marchiano il territorio o il muschio, che non va confuso con il muschio di quercia, anch'esso usato in profumeria, ma è prodotto da una ghiandola situata sul ventre di un piccolo cervo che vive nelle zone più fredde dell'Asia. Anche procurarsi i surrogati sintetici non è semplicissimo, visto che i più importanti produttori di aromi artificiali li testano sugli animali. Per lo stesso motivo, niente molecole innovative come il calone, che riproduce l'odore del mare. Il profumiere animalista è come un compositore costretto a usare una sola ottava del pianoforte.
In più, come ha raccontato Mark Constantine, non sempre il messaggio che il creatore vuol comunicare con la fragranza raggiunge il destinatario previsto: "1000 Kisses Deep (***) è ispirato ai trent'anni di amore e felicità che ho vissuto con mia moglie. Lei lo porta di rado. In compenso, se l'e comprato Britney Spears."
Purtroppo i negozi di B Never Too Busy To Be Beautiful sono solo a Londra, Vienna e Tokio. Breath of God (55 euro circa per 50 ml, con in omaggio un ventaglio/diffusore di seta nera) e tutti gli altri profumi della linea, compresi, se volete farvi del male, anche Inhale ed Exale, si possono comprare attraverso il sito. Ma io lo sconsiglio: poiché sono molto ricchi di essenze naturali, variano in modo sorprendente, in senso sia negativo che positivo, sulla pelle di chi li indossa. Almeno, ordinate e testate prima un set di campioncini (circa 30 euro per la serie completa).



sabato 5 settembre 2009

Resoconto missioni

Missione 1: ritrovare Amazone (****) COMPIUTA
Questa è stata facile: come mi aspettavo, è in vendita nel reparto Haute Parfumerie di Harrod's a Londra. Risentire quasto profumo dopo più di trent'anni è stato un po' deludente. Il senso di profonda consolazione che provavo a quattro o cinque anni, annusando un campioncino di Amazone, per combattere la nausea durante i viaggi in macchina, non c'è più. Però resta un gran buon profumo, vitale e femminile, che, volendo, in Italia si può comprare online.
Il reparto al quinto piano di Harrod's è una specie di regno della profumeria di nicchia, creato e governato dal grande esperto di profumi Roja Dove. I commessi, competentissimi, sono tanto gentili da far sedere la cliente su un divano in stile orientale e portarle le strisce di carta con i profumi da annusare, se è stanca dopo una giornata di pellegrinaggio per gli altri templi londinesi dell'olfatto. Conoscono le note contenute in ciascun profumo, le famiglie olfattive e sanno far scoprire a ogni le persona i propri gusti in fatto di odori. Io ero in cerca di un fruttato gioioso, una versione di alto livello di Dewberry (***) che, purtroppo, dopo qualche ora sulla pelle rivela la propria natura cheap. Purtropo non c'era nulla del genere. L'unica cosa che si avvicinava, grazie all'allegria dell'arancio, è Enslaved (****), creato da Roja Dove in persona. Ma costa 800 sterline e una cifra cosìm l'avrei spesa forse solo per una vera fragranza da reato.
Al piano terra, c'è un normale reparto profumeria, con tutti i marchi di lusso possibili, diviso saggiamente in due saloni, uno per i cosmetici e uno per le fragranze. Rispetto ai grandi magazzini italiani, la scelta è molto più vasta e il personale di una cortesia inquietante, fanno finta di essere contentissimi se una sniffa tutto e non compra niente. Immagino che, se una volta chiuso il negozio, hanno un momento di sfogo, in cui prendono a cazzotti un sacco da pugile con su scritto "pennyless client".
Ho provato i due profumi creati da Bond n°9 per Harrod's (***), puro lusso imbottigliato, Petite Robe Noire (**) di Guerlain, che mi ha deluso: la liquerizia, in un femminile abbastanza noioso, sembra un fiocchetto in un materiale strano, tipo la gomma, attaccato a un banalissimo tubino nero, tanto per farlo sembrare un po' più originale.
Missione 2: provare Pon Farr. FALLITA MISERAMENTE
Ho girato sia le profumerie di Londra, dove mi hanno detto che Pon Farr è un articolo da merchandising store, e i merchandising store tipo Forbidden Planet, dove mi hanno guardato come un'aliena. E non nel senso che speravo io.

mercoledì 26 agosto 2009

Vado a Londra!




Domani parto per Londra perché il 28 agosto c'è il Basenotes official lunch. In pratica è un raduno di perfumista (versione olfattiva della fashion victim, condizione patologica inspiegabilmente trascurata dal DSM IV) di tutto il mondo. Visteremo il mitico reparto Haute Parfumerie di Harrods, forse guidate da Roja Dove in persona, Be Never Too Busy to Be beautifull, lo spin-off cosmetico di Lush, Les Scenteur, Ormonde Jayne e molte altre mitiche profumerie di Londra. Sicuramnte, che il tour ufficlale lo preveda o no, farò un salto da Jo Malone, per annusare quei profumi che, a causa di una politica di marketing veramente demenziale, non sono ancora stati importati in Italia.
Quando torno, domenica 30, vi farò un resoconto dettagliato dell'evento e delle due mie missioni personali:





1) Ritrovare Amazone (****), il primo profumo di cui mi sono innamorata, perché mia madre ne aveva un campioncino e me lo faceva annusare durante i viaggi in macchina. Ovviamente era la versione originale del 1974, ma apre che anche quella attualmente in commercio, riformulata nel 1993, sia piuttosto buona.

2) Ancora più importante, provare Ponn Farr, un profumo ispirato a Star Trek e soprattutto a Spock, l'eroe più sexy e affascinante e adorabile mai partorito dalla mente di uno sceneggiatore di telefilm. Anzi, visto che è un profumo femminile, ispirato a me in versione Tporc, la donna che Spock logicamente dovrebbe scegliere come propria compagna.

Esperimenti sugli animali

A richiesta di Prisca, ripubblico un post che avevo scritto qualche mese fa sul mio altro blog, quello dedicato al cazzeggio generale, con l'aggiunta di una foto che documenta lo stato alterato della vittima dopo l'esperimento:
Ho fatto annusare alla mia gatta Minerva i profumi che Silvio Levi mi ha fatto conoscere durante le sue Conversazioni sul mondo del profumo, tanto per vedere le reazioni di un olfatto felino. Ho cominciato con Let me play the lion (***), per via del nome felino. Minerva l'ha annusato, poi ha allontanato il musetto, ha giocato un po' con la cartina, si dev'essere resa conto che non è commestibile, ha perso interesse e si è dedicata a lavarsi. Ho provato a metterle sotto il naso, una alla volta, tutte le altre cartine. Indifferenza totale. Al massimo, se proprio le avvicinavo molto, mi guardava scocciata, come per dire: "Che cavolo di esperimenti fai? Sono un gatto, mica una cavia!", si è persino addormentata. Infine ho tirato fuori L'Antimatière (****). Minerva ha tirato su la testa di colpo, con gli occhioni verdi sbarrati, le orecchie dritte, annusava l'aria in tutte le direzioni, senza capire da dove venisse quell'odore. Si è messa a fissare un punto, nel vuoto, come fanno i gatti ogni tanto. è per questo che si dice vedano i fantasmi. E se L'Antimatière fosse l'odore di uno spettro?

mercoledì 8 luglio 2009

Profumo di noia. Profumo di gioia


"Frutto della Collaborazione tra Olivier e Erwin Creed, Acqua Fiorentina è l'interpretazione data dalla squadra padre-figlio dell'epoca della 'rinascita' , che ha avuto un effetto di enorme portata sull'arte, la letteratura e l'istruzione della Civiltà Occidentale". Così il comunicato stampa di Creed annuncia l'ultima fragranza prodotta dalla casa francese.
Viene da immaginare l'odore di Lorenzo de' Medici e delle dame della sua corte: corpi giovani, lavati alle terme della Porretta e cospersi di acqua di rose, essenza d'iris distillata dai frati di Santa Maria Novella, il rosmarino dell'acqua della Regina D'Ungheria, magari qualche primo esperimento con il bergamotto e la lavanda, che avrebbe poi dato origine all'Acqua di Colonia. E poi ci sarà stato l'odore caldo dei cavalli, il profumo cuoiato delle pergamene nuove e quello degli antichi codici, recuperati dalle biblioteche dei conventi, un po' ammuffiti e intrisi d'incenso. E ci si sorprendeva per gli strani vapori di zolfo, salnitro e altre diavolerie usate dagli alchimisti, forse c'era anche qualche tentativo di distillare nuove essenze, portato avanti da un giovanotto originale che si chiamava Leonardo e veniva dal paese di Vinci .
Suggestioni olfattive di questo livello e qualità avrebbero potuto portare a un profumo veramente innovativo, un "Rinascimento" della profumeria artistica, una versione olfattiva della Primavera di Botticelli.
Invece Acqua Fiorentina (nome probabilmente deciso da un esperto di marketing) è un banale fiorito fruttato, tipico della fine del secolo scorso (anni Novanta), innocuo, incapace di suscitare avversioni o passioni intense. Va bene come profumo estivo, per una ragazza che non vuole dare fastidio a nessuno ed è disposta a spendere 130 euro per qualcosa che può comprare a meno di un decimo.
Dewberry (***)del Body Shop, infatti, è un onesto olio fiorito e fruttato da 10 euro circa, che però, per un motivo che non ho ancora capito, a me trasmette molta più allegria ed energia. Forse è perché si apre con una nota molto gioiosa di frutti rossi e pompelmo. Forse è solo perché mi ricorda l'estate del 1990 che ho passato a Londra in totale libertà. O semplicemente, è la felicità di aver risparmiato 120 euro.
Senz'altro, Dewberry è stranamente memorabile. Qualche mese fa, ho ricevuto un sms da una ragazza che non vedevo da almeno quindici anni, Chiedeva: "Come si chiama quel profumo che usavi all'università? L'ho sentito su una tizia in metropolitana e mi è venuta voglia di comprarlo."
A qualcuno è mai accaduta una cosa simile, con una fragranza blasonata e costosa?

lunedì 1 giugno 2009

Un reato (minore) di fragranza


Ve lo ricordate il profumo dei trucioli di matita? Il primo spruzzo di Feminitè du bois (****) è esattamente così: puro legno di cedro, stimolante e irresistibile. Quando si scalda sulla pelle, emergono note più dolci e avvolgenti: prugna, violetta, cannella e un fondo di muschio sensuale.
Purtroppo questo profumo da orgasmo olfattivo, in commercio da quasi vent'anni con il marchio Shiseido, è appena stato oggetto di un reato di fragranza. Il creatore Serge Lutens ha ritirato dal commercio la deliziosa bottiglia tutta curve e ha trasferito Feminitè du bois in una banalissimo flacone rettangolare, come gli altri profumi di Les Salons du Palais Royal. Il profumo in sè è stato modificato in maniera appena avvertibile: è lievemente più dolce e meno persistente, ma per accorgersene ci vogliono naso esperto e concentrazione. Per fortuna, entrambe le confezioni possono essere aperte e, quindi, in futuro, travaserò Fdb nella bella bottiglia originale e continuerò a utilizzarla.
Il rilancio è una mossa da vero ladro gentiluomo, che ha permesso a Lutens, anzi Lupin, di aumentare di colpo il prezzo da 52 a 82 euro, in linea con le altre fragranze della serie, risparminado pure sulla lavorazione del vetro. Naturalmente l'ha giustificata con classe, diffondendo uno splendido video,
in cui racconta (in francese, sottotitoli in inglese) che ora Feminité du bois, nella bottiglia rettangolare e trasparente, è nuda come un'imputata davanti al giudice. E lui si sente un giudice innamorato dell'imputata. Ma secondo me, in cuor suo si vede come Brad Pitt in Thelma e Louise: un irresistibile rapinatore.

giovedì 28 maggio 2009

Una fragranza da reato


Manoumalia è piacere puro: il vento ti accarezza la pelle, profumato di fiori dai nomi esotici: fragrea, tiaré, ylang ylang. Percepisci anche qualcosa d'altro, un che di salato, come legno bagnato dall'acqua di mare; e di dolce, la pelle ambrata di un amante indigeno.

Potresti essere un navigatore d'isole lontane, che riporta in patria le essenze preziose trovate nel proprio viaggio, Charles Darwin a bordo del Beagle, Cristoforo Colombo di ritorno dalle Indie, Corto Maltese che naviga nel mare salato.

E un profumo così bello, ha anche una storia molto bella. È frutto delle ricerche di Sandrine Videault, (foto) una profumiera-antropologa, sulla cultura olfattiva degli abitanti dell'isola Polinesiana di Wallis. Manoumalia significa "il dono di Malia" ed è dedicata a un'amica indigena di Sandrine, che le ha fatto scoprire i profumi della sua terra. Il lavoro di Videault è stato sponsorizzato da Les Nez, un marchio di profumi all'avanguardia che ci ha già dato altre creazioni interessanti come L'Antimatiére (****).

Se fosse necessario commettere un delitto per averla, andrei in galera volentieri. Invece l'unico problema è che, come molte fragranze da reato, Manoumalia è venduta in pochissime profumerie e in nessuna delle catene più famose. In compenso, non è indispensabile fare una rapina per comperarsela: 50 ml costano 60 euro, meno di tante schifezze in commercio.